A Hollywood un'erede del Re di
Polonia
Ogni tanto capita di vedere in TV il film
Deep Impact, del 1998, di Mimi Leder. Se non l楴e ancora
visto, dateci un㣨iata. Non 蠣erto il massimo, dal punto di
vista scientifico, e vi sono diversi errori astronomici. Tuttavia 蠍
senz촲o il migliore di quelli appartenenti al filone
catastrofico-meteoritico, apparsi tutti nella seconda metࠤegli
anni Novanta anche per sostenere pubblicamente il piccolo sforzo
finanziario fatto dalla NASA per il monitoraggio degli asteroidi
geosecanti.
Una
bella immagine di Leelee Sobieski in Deep Impact.
Ma soprattutto potrete assistere alla nascita
di una stella, e non solo in senso cinematografico. La giovane
protagonista della pellicola 蠩nfatti Leelee Sobieski, allora
appena quindicenne, che vive una non banale e commovente storia
d�e con l촲ettanto giovane coscopritore dell㴲o che
decreterࠬa fine dell�itࠨinterpretato da un altro attore
statunitense, Elijah Wood, che diventer࠰oi famoso a livello
planetario come incarnazione dello hobbit Frodo Baggins nella
trilogia di Il Signore degli Anelli di Peter Jackson).
L'attrice
in un'immagine recente.
L'anno dopo, se pur ancora giovanissima, la
Sobieski interpret൮a molto convincente Giovanna D⣯ nella
miniserie televisiva canadese girata da Christian Duguay che le
valse una nomination ai Golden Globe e una candidatura agli Emmy.
Da allora ha sempre lavorato, sia come
protagonista che come coprotagonista, in film, soprattutto thriller,
non di grande impatto commerciale, ma comunque solidi e con una
trama sempre piuttosto originale, confermando le sue notevoli doti
di interprete. |
Ancora da adolescente, la ricordiamo negli
inquietanti Radio killer, di John Dahl e e Prigione di
vetro, di Daniel Sackheim, entrambi del 2001, e poi, da adulta,
in 88 minuti, Walk all over me, Nemico pubblico.
Jan
III Sobieski in un ritratto postumo eseguito dal pittore italiano
Marcello Bacciarelli, dal 1756 alla corte di Varsavia.
Leelee, il cui vero nome 蠌iliane Rudabet
Gloria Elsveta Sobieski, 蠮ata a New York da una scrittrice
statunitense e da un pittore e attore francese. Ma ella discende
nientedimeno che dall촩mo grande re di Polonia, Jan III Sobieski,
che viene ricordato soprattutto per aver fermato l桮zata turca al
di lࠤel Balaton nel corso del Seicento: nel 1683 intervenne in
aiuto dell�ratore Leopoldo I sotto le mura di Vienna impedendo
la caduta della cittଠcomandando una geniale manovra della sua
cavalleria che sconfisse l㥲cito di Kara Mustafa. Riconquist͊ anche lra Ungheria all�ro.
La
costellazione dello Scudo di Sobieski nell'atlante Uranographia
degli Hevelius, pubblicato nel 1690.
Oltre che grande condottiero fu uomo colto
(frequent੮ giovent쒕niversitࠊagellonica a Cracovia),
mecenate, umanista. Jan III 蠲icordato in cielo nella costellazione
dello Scudo inventata nel 1684 dall㴲onomo polacco Hevelius e
dalla moglie
Elisabeth
Koopman. Curiosamente, si tratta
dell'unica costellazione, delle sette sorte per omaggiare
protettori e mecenati di astronomi, ad essere sopravvissuta, anche
se il nome 蠳tato abbreviato (da Scutum Sobiescianum a
semplicemente Scutum). |