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Ce lo chiede Meg Ryan!

Non è sempre facile avere delle opinioni precise sulle principali questioni della vita. Francamente, man mano che passano gli anni, le certezze vengono sempre meno, e i dubbi sono sempre più assillanti. Però non invidio quelli che vedono sempre tutto bianco o tutto nero, e si perdono le sfumature. La realtà spesso non è così semplice, e ci vuole applicazione, passione, competenza, per conoscerla a fondo. Ma non è neanche così complessa, e se gli sforzi dell'uomo fossero tesi a renderla comprensibile, non ci sarebbero proprio problemi. Invece, molti rappresentanti della nostra specie vanno in senso del tutto contrario, e godono nel complicare la vita ai propri simili.

Detto questo, non mi sembra ci possano essere dubbi su che risposta scegliere ai prossimi referendum. Innanzitutto, sul votare: non sono mai stato un appassionato oltranzista dello strumento, e per il passato, non sopportavo proprio il modo di fare politica dei radicali, che quasi ogni anno ci assillavano con campagne su numerosi quesiti, alcuni dei quali sinceramente di poca importanza e quasi risibili. Non mi è mai piaciuto neanche il ricorso al referendum come strumento di rivalsa politica, da parte di forze battute alle elezioni, che cercavano una rivincita in un voto più genuinamente "popolare". Ma, in questa fase, mi pare proprio che il referendum, pur con tutti i suoi limiti, possa essere l'unico modo efficace di esprimere un voto che conti, che ottenga l'effetto che il votante si attende, e non uno diverso o addirittura contrario, com'è avvenuto sempre più spesso negli ultimi anni, insomma l'unico voto che valga la pena di esprimere, in attesa che le forze politiche tornino ad essere degne di una qualche fiducia.

Nel merito, iniziando dal nucleare, che è il voto più sofferto, voterò sì non perché sia convinto che sia più pericoloso di altri modi, non rinnovabili, di produrre energia. Personalmente, sono convinto che lo sia meno, e ci sono miriadi di lavori scientifici che lo dimostrano. Ma voterò sì perché è una tecnologia vecchia e molto costosa, che non ci possiamo permettere. Voterò sì perché produrre energia in questo modo significa costruirci attorno uno stato di polizia e militarizzato per non far trapelare notizie allarmanti sulla sicurezza che, come abbiamo visto di recente, creano psicosi (immotivate, probabilmente, è vero, ma le creano e lo stato controllore non se le può permettere). Voterò sì perché l'Italia è in una situazione ideale per non investire sul nucleare, perché non ha centrali: se paesi molto più civili e progrediti di noi, come la Germania, hanno deciso di uscire dal nucleare, pur avendo ancora molte centrali, perché diavolo noi vogliamo entrare in un baratro sull'orlo del quale non siamo nemmeno mai stati? Voterò sì perché se è vero, come è vero, che l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, ovvero il foro scientifico creato dall'ONU per studiare il riscaldamento globale, non un covo di comunisti) ha previsto che per il 2050 l'80% dell'energia mondiale sarà prodotta con fonti rinnovabili (e in Europa probabilmente quasi il 100%) quand'è che noi italiani cominceremo a darci una mossa, se stiamo ancora a baloccarci con il pericolo da radiazioni e lo stoccaggio delle scorie? Voterò sì, infine, per ribadire che l'abbiamo già fatto 24 anni fa, e non è che  possono tornare ogni vent'anni, come diceva Crozza l'altra sera, a farci sempre le stesse domande.

Sull'acqua, la questione è che la legge che si vuole abrogare obbliga i comuni che ancora non l'hanno fatto ad affidare la gestione idrica a società a capitale privato o misto pubblico-privato (nel quale il privato rappresenti inizialmente almeno il 40%, ma che diventa il 70% in futuro se la società viene quotata in borsa). Se questa viene abrogata i comuni sono liberi di scegliere come gestire gli acquedotti. Voterò sì perché l'esperienza ha già dimostrato che laddove è già intervenuta, la gestione privata non ha garantito un migliore servizio, anzi, ha solo garantito un aumento vertiginoso delle tariffe, anche triplicate, anche quadruplicate. É chiaro, infatti, che il servizio potrebbe migliorare solo laddove potesse instaurarsi un regime di libera concorrenza, ma questo non è possibile, dal momento che i servizi di distribuzione, per loro natura, vincolano il territorio servito a un monopolio.

L'altro quesito sull'acqua prevede l'abrogazione della parte di una legge che dispone che la tariffa idrica sia determinata tenendo conto dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e non, come sarebbe giusto, della qualità del servizio erogato. Voterò sì perché voglio evitare che la gestione dell'acqua potabile possa diventare fonte di profitti, e perché le tariffe coprano esclusivamente i costi effettivi e gli investimenti sulla erogazione del servizio.

Infine, sul legittimo impedimento, beh, voterò sì, ovviamente, perché la legge deve essere uguale per tutti anzi, sarei per dire, per certi personaggi deve essere ancora più uguale, nel senso più severa, perché chi rappresenta lo stato dev'essere più ligio, più attento, più rispettoso delle istituzioni, più dedito alla cosa pubblica di un comune cittadino, perché dev'essere di esempio. Non trovi il tempo di farti giudicare in un tribunale? E perché mai, forse che il cittadino comune non lavora, non ha una famiglia, non ha un mare di cose da fare, senza fra l'altro il salvagente di un reddito da nababbo che ti sostiene anche se non lavori? Ma vogliamo scherzare? E non mi si parli di fumus persecutionis! Certo, non mi piace come certi partiti usano la magistratura come strumento di lotta politica, o come certi magistrati si facciano usare, certo in molti casi dietro certe inchieste di certe procure  c'è quasi niente, o comunque qualcosa che non si riuscirà mai a dimostrare (e i magistrati in questione lo sanno, e sono colpevoli, perché usano denaro pubblico per costruite teoremi indimostrabili), ma come mai Prodi, per esempio, quando era premier, non veniva preso di mira? Forse perché non ci sono magistrati di destra, in Italia? Ma andiamo! Non sarà forse che gli affaristi, come Berlusconi e molti dei suoi sodali, hanno un concetto abbastanza disinvolto di cosa sia la giustizia? 

Quattro sì, dunque, e speriamo davvero che dopo 16 anni si raggiunga il quorum (è dal 1995, infatti, che non succede). Se può servire, un aiutino anche dai meravigliosi Billy Crystal e Meg Ryan (un grazie ad Alessandra per la segnalazione):