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Il Fumo: la più grande

catastrofe dell’umanità

 

 

 

Sembra impossibile che vi siano ancora così tante persone che fumano, oggigiorno. Addirittura nel 2009 in Italia i fumatori sono aumentati di quasi due milioni!

Qualcuno sostiene che le sigarette fanno male come le bistecche, la cioccolata, la coca cola. Eh no, mi dispiace. Il fumo uccide molto ma molto più dell’AIDS: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (l’OMS) calcola in 5,4 milioni le morti all’anno a causa del fumo nel mondo; se si pensa che l’AIDS finora ha mietuto in 30 anni 16,3 milioni di vite, i conti sono presto fatti. Solo in Italia la stessa OMS, e il Ministero della Salute concorda con tali cifre, afferma che le morti sono 83 000 all’anno. E purtroppo non accennano a calare sensibilmente. E non si tratta di quellle cifre che snocciolano i politici, che ognuno può dichiarare, smentire, interpretare, ridurre, tirare dalla propria parte come gli pare. Questi numeri non sono mai stati smentiti da nessuno (e infatti neppure le multinazionali del tabacco sono mai riuscite a farlo) perché frutto di centinaia di articoli scientifici pubblicati sulle maggiori riviste mediche e scientifiche. D’altra parte, anche un modesto navigatore in rete può trovare sul Web ampia traccia di questi riscontri.

 

Di fronte a questi dati, desta certo stupore che i governi di tutto il mondo non si impegnino più duramente contro il fumo. Quelli che, come me, hanno perso ormai fiducia, se mai l’hanno avuta, nell’eticità dello stato, non si stupiscono di sicuro. È certo però il motivo per cui il governo italiano, cinque anni fa, ha varato la legge antifumo (che qualche imbecille continua ancora a chiamare “proibizionista”): non certo perché mosso da istinti umanitari o etici, quanto perché, semplicemente, si è accorto di ciò che molti analisti andavano ripetendo da tempo, e cioè che lo Stato spende in spese mediche per curare i fumatori quasi quanto incassa dall’accisa sulle sigarette (sei miliardi di euro contro 10 miliardi).

Vi sembra un’esagerazione? Allora, un solo esempio: il 95% di coloro che si ammalano di tumore al polmone è costituito da fumatori, e il tumore al polmone (fra l’altro il più micidiale, il più subdolo, nei confronti del quale una diagnosi precoce è ancora virtualmente impossibile) costituisce il 30% di tutte le neoplasie diagnosticate.

Ovvero, semplicemente non fumando, la probabilità di contrarre un tumore nella vita di un individuo calerebbe da una su due a una su tre.

Tra chi fuma, la metà morirà per ragioni connesse a questa abitudine, e nella metà di questi il decesso avviene tra i 35 e i 69 anni. A 70 anni, circa l'80% dei non fumatori è ancora vivo, contro il 50% dei fumatori. A 90 anni, è vivo il 20% dei non fumatori, rispetto al 5%.

Fra l'altro, la legge antifumo italiana ha già fatto calare le vittime del fumo passivo, che erano 10 000 l’anno prima dell'entrata in vigore della legge, molto più degli incidenti stradali, a sole 1000 l'anno.

Il fumo già oggi è il principale fattore di rischio di morte della nostra società. E non è vero che può uccidere solo gli accaniti fumatori. Il danno del fumo è proporzionale alla dose, ma nessuno, come per altre sostanze, è mai riuscito a fissare una cosiddetta modica quantità. Al contrario, un lavoro scientifico, tempo fa, è riuscito a quantificare di quanto ogni singola sigaretta fumata accorcia la vita, ovvero undici minuti. Fate un po’ voi i conti... E poi, chi riesce a fumare solo una sigaretta al giorno? Io non ne conosco nessuno, anche perché esiste per la nicotina il ben noto fenomeno della tolleranza che accompagna l’uso di qualsiasi droga: per ottenere lo stesso beneficio, fisico o psichico, il consumatore è costretto ad assumere una quantità sempre maggiore di sostanza. I non fumatori hanno un’aspettativa di vita di dieci anni maggiore.

Io spero vivamente che fra non molto tempo in tutto il pianeta fabbricare e vendere sigarette e simili sarà un reato, perché fumare infine verrà valutato per quello che è, ovvero il più grande attentato alla vita umana: non c’è nessuna droga, nessun veleno, nessun comportamento, nessuna arma che provoca annualmente più vittime. Nessuno Stato, per quanto poco etico sarà, potrà ignorare questo dato di fatto.

Perché il fumo è così pericoloso rispetto ad altre sostanze psicoattive (ricordo che in Italia, per esempio, la giustamente temuta e terribile eroina produce un numero di vittime oltre cinquanta volte inferiore)? Beh, perché le sue modalità di assunzione sono radicalmente mutate nel corso dei secoli. Infatti presso le popolazioni amerindie esso veniva assunto, similmente alle altre droghe, per scopi rituali e solo parzialmente voluttuari e in determinati, rari momenti, e non sempre veniva inspirato. La nascita della sigaretta, verso la metà dell’Ottocento, ha instradato il consumo verso i picchi che conosciamo, facendo aumentare vertiginosamente le dosi e creando così delle tossicodipendenze a tutti gli effetti peggiori di quelle da eroina o cocaina.

Il vero scandalo comunque rimane che lo Stato continua a fare cassa sulle morti dei propri cittadini, nella vana e mortifera illusione (leggi consapevole inganno) che l’aumento dei prezzi delle sigarette scoraggi il consumo.

 

Fonti:

 

http://ww.fumo.it

http://www.isit100.fe.it/aprogetto/itc/9900/4Bmercurio

/fumo/02brevestoria.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Tobacco_smoking

http://www.fiscooggi.it/attualita/articolo/quando-la-tassa-fa-bene-alla-salute