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Seeing perfetto!

Il Mauna Kea è un vulcano spento hawaiano che si innalza a circa 4200 metri sopra l’Oceano Pacifico. È la sede di un gran numero di osservatori astronomici professionali, incluso il maestoso riflettore da 224 cm dell’Università Statale delle Hawaii. La mia prima sessione osservativa come studente laureato (su un telescopio più grande di un metro) ebbe luogo lì nell’aprile 1976. Per una settimana usai il venerabile  224 cm con un team di astronomi collaudando un nuovo spettrometro per l’infrarosso. Il nostro scopo era quello di misurare spettri dei pianeti e dei loro satelliti.

In quei giorni, la guida doveva essere fatta ancora manualmente all’oculare, ed è difficile immaginare di fare questa cosa in un posto più alieno del Mauna Kea. Benché la temperatura esterna sia appena vicina allo zero, all’interno dell’osservatorio sembra molto più freddo, perché il pavimento viene raffreddato per migliorare il seeing. Insomma, anche a causa della scarsità di ossigeno, il vostro corpo pensa di stare a -100°!

Feci molti turni all’oculare di guida, anche perché, per la verità, ero ansioso di vedere come si presentavano visualmente questi oggetti, osservati attraverso l’atmosfera meravigliosamente sottile e stabile del Mauna Kea. Non rimasi certo deluso. Gli anelli di Saturno dispiegavano divisioni multiple. Vidi tutte e cinque le lune di Urano allora note, riuscendo a notare il movimento orbitale di Miranda solo dopo poche ore. I dischi di Urano e Nettuno erano come palle di biliardo perfettamente lisce, senza alcuna struttura visibile.

Ma non ero preparato a ciò che vidi una mattina, quando l’apparire dell’aurora fece terminare la sessione osservativa. Prima di chiudere la cupola, il nostro team decise di puntare la Luna all’ultimo quarto. Guardando nell’oculare, vidi dei crateri incredibilmente piccoli e nitidi. L’atmosfera era straordinariamente calma, e l’immagine sembrava di marmo. All’improvviso capii che il limite a ciò che poteva essere visto non era dato dal telescopio o dall’atmosfera, ma dal mio occhio, e l’ingrandimento era di 880 volte! Wow! Il seeing doveva essere vicino a 0,05 arcosecondi, il limite di diffrazione del 224 cm.

Pochi minuti dopo, a crepuscolo avanzato, un’onda di calore si propagò attraverso l’immagine e il seeing peggiorò rapidamente. Io, da allora, non ho più avuto un’esperienza così eccitante.

 

Roger N. Clark

Clark è una figura piuttosto unica, di astronomo sia dilettante che professionista. Come professionista (PhD in Scienze Planetarie al MIT) si occupa di spettroscopia e spettrometria dei pianeti, avendo pubblicato circa 200 articoli specialistici. Ha fatto parte del team scientifico della sonda Mars Global Suveyor e fa parte dei team della Cassini e della Mars Reconaissance Orbiter. Come dilettante si è specializzato nell’osservazione del profondo cielo e ha studiato soprattutto come lavorano l’occhio e il cervello in condizioni di scarsa illuminazione. È anche un fotografo eccezionale, e le sue immagini, sia terrestri che celesti, sono state pubblicate da famose riviste, hanno vinto premi internazionali e sono anche esposte in gallerie d’arte.

Il telescopio da 224 cm del

Mauna Kea (Fred Espenak)

 

 

 

 

Da Sky & Telescope, luglio 1997, p. 103