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Morte di un (commesso) viaggiatore

Sarà anche vero, come diciamo sempre, che "le comete sono come i gatti, perché hanno la coda e fanno quello che vogliono", ma questa volta forse la ISON ha esagerato. Nei 14 mesi passati dalla sua scoperta, a opera di Vitali Nevski e Artyom Novichonok, con un telescopio di 40 cm appartenente all'International Scientific Optical Network (una rete di 30 telescopi appartenenti a 20 osservatori sparsi in 10 paesi, che monitorano i detriti spaziali presenti nella fascia dei satelliti geostazionari) la ISON ha fatto di tutto e il contrario di tutto.

Le prime stime sulla luminosità che doveva avere intorno ai giorni del passaggio al perielio, il 28 novembre scorso, la davano 50 volte più luminosa della Luna piena e quindi facilmente visibile in pieno giorno a poca distanza dal Sole. Avrebbe dovuto essere perciò la cometa più luminosa mai apparsa. Nei mesi seguenti, tuttavia, queste stime venivano riviste al ribasso. Durante l'estate, addirittura, l'attività della cometa non si risvegliava e perciò presso gli addetti ai lavori si diffondeva una cupa aria di pessimismo.

Intorno al 13 novembre, tuttavia, la cometa aveva un outburst, aumentando la sua luminosità di 10 volte, e allineandosi così alle stime intermedie, che la davano comunque come un oggetto piuttosto cospicuo forse visibile di giorno intorno al perielio, e sicuramente ben visibile a occhio nudo, con una lunga coda, dal 5 al 15 dicembre.

Nelle prime ore dopo il perielio, però, la sera del 28 novembre, la cometa è sembrata letteralmente disintegrarsi, nelle immagini delle sonde solari della NASA e dell'ESA. Nondimeno, appena poche ore dopo ha ripreso vigore, la chioma è ridiventata luminosa, si è riformata una coda, più corta di prima, ma più luminosa e doppia. L'illusione è durata fino al mattino del 30 novembre, quando la ISON ha cominciato a indebolirsi gradualmente sotto l'azione della sferza solare, mostrando che di lei era rimasta solo una nuvola di polvere, che pian piano sta indebolendosi sempre più nelle immagini spaziali.

La conseguenza di tutto ciò, ovviamente, sarà che nelle prossime mattine non vedremo niente dello spettacolo tanto annunciato.

Purtroppo, il 2013, annunciato come l'anno delle due comete, non è stato molto fortunato. La PANSTARRS, a marzo, pur essendo pari alle attese, si è vista poco e male, a causa della scarsa altezza sull'orizzonte e di un tempo infame, e la ISON ha deciso di suicidarsi. É dal 1997, dai tempi della Hale-Bopp, che non compare una Grande Cometa, e sarebbe veramente tempo! incrociamo le dita... 

Consoliamoci con le riprese della ISON pre-perielio. Quella sopra è proprio di uno dei due scopritori, Vitali Nevski, presa proprio con lo stesso strumento della scoperta, a f/3, con 15 pose da 15 secondi con CCD.

Quella sotto è stata ripresa dalle Barbados da David Marshall con fotocamera digitale e otto pose da 30 secondi con un teleobiettivo da 200 mm f/3,5.