Piccola guida al cielo
Il cielo del nord
Cominciamo con il cielo visibile a nord,
intorno alla stella Polare, formato da costellazioni che non
tramontano mai. Per trovare la Polare, che indica esattamente il
nord, occorre rintracciare l’Orsa Maggiore (conosciuta anche, per la
sua forma, come Grande Carro): poiché è fra tutte una delle
costellazioni più luminose e la più facile da rintracciare (spesso
l’unica che molti conoscono), partiremo proprio da lei per trovare
anche altre costellazioni, eleggendola a costellazione chiave.
Per trovare la Polare è sufficiente prolungare
la linea che unisce le stelle Merak e Dubhe per cinque volte (fig.
1). La Polare fa parte dell'Orsa Minore (o Piccolo Carro),
costituita, come la parte principale della Maggiore, da sette
stelle, che sono disposte più o meno come quelle. Solo due, però, le
ultime, Kochab e Pherkad, hanno luminosità paragonabile alle stelle
dell'Orsa Maggiore. Le altre quattro stelle intermedie sono assai
deboli e per vederle è veramente necessario disporre di un cielo
limpido (di campagna, o meglio di collina).
Fig. 1
Prolungando la linea che va da Merak e Dubhe
alla Polare dalla parte opposta, più o meno per la metà della
distanza, si arriva all’incirca sulla punta di un grande pentagono,
la stella Errai. Il pentagono è il Cefeo.
Un altro allineamento, fra Megrez nell'Orsa
Maggiore e la Polare, ci conduce alla costellazione di Cassiopea,
esattamente sulla stella Schedar. La distanza fra Megrez e la Polare
è grossomodo la stessa che fra quest'ultima e Schedar. Partendo
invece da Phecda, sempre passando per la Polare, si arriva su
un'altra stella di Cassiopea, Caph. Cassiopea è formata da cinque
stelle principali e ha la forma di una “M” o di una “W” a seconda di
come la si guardi e della sua posizione in cielo. In primavera il
suo aspetto è decisamente quello di una “W” quasi coricata
sull'orizzonte nord, in autunno è invece una “M” che si
prospetta quasi allo zenit.
La più grande costellazione del nord, il
Dragone, è anche la più difficile da trovare. La sua testa forma
approssimativamente un triangolo scaleno con delle parti di altri
due gruppi, il quadrilatero di Cefeo e il carro dell'Orsa Minore. I
rapporti fra i lati sono all'incirca 5, 6 e 7. Partendo dalla testa,
il resto del Dragone, formato da stelle piuttosto deboli, si snoda
prima fra Cefeo e Orsa Minore, poi fra le due Orse.
Il cielo di
primavera
Usiamo ancora l'Orsa Maggiore (fig. 2). Da essa
arriviamo alla costellazione del Leone: prendendo come indicatrici
ancora Merak e Dubhe arriveremo circa al centro del Leone, partendo
dalle stelle Megrez e Phekda e riportando verso sud il segmento che
le unisce per circa dieci volte si arriva vicino a Regolo, la base
del falcetto che costituisce la parte anteriore della figura
dell'animale.
Tirando una linea fra le tre stelle del timone
del Grande Carro, e prolungandola, incurvandola leggermente,
arriveremo su una luminosa stella, Arturo, della quale di solito
quasi tutti riescono a distinguere il colore, un bell'arancione. Fa
parte della costellazione del Bovaro, dalla forma di aquilone.
Fig. 2
Appena a sinistra (verso est) del Bovaro
abbiamo una piccola costellazione molto caratteristica e facile da
ritrovare, a forma di semicerchio, la Corona Boreale, con la stella
centrale, Gemma, più brillante.
Se prolunghiamo il precedente allineamento,
incurvandolo ulteriormente verso sud, arriviamo prima sulla stella
più luminosa della Vergine, Spica e, appena dopo, sul quadrilatero
del Corvo. Quest'ultimo, dalla forma inconfondibile, è più facile da
trovare rispetto alla molto estesa costellazione della Vergine.
Appena a ovest del Corvo si trova il debole gruppo della Coppa.
Ritornando all'Orsa Maggiore, è possibile
servirsene ancora per rintracciare i Cani da Caccia, la cui stella
più brillante, Cor Caroli, forma un angolo retto con le due ultime
stelle del timone del Grande Carro. Esattamente sotto (verso sud)
Cor Caroli, a metà strada fra Arturo e la stella Denebola, che
rappresenta la coda del Leone, si scorge un bagliore intrigante,
indistinto a prima vista, ma poi sempre più definito: è la spruzzata
di stelle che costituisce la Chioma di Berenice.
Il cielo estivo
La configurazione di gran lunga più evidente
nel cielo di questa stagione è il cosiddetto Grande Triangolo
Estivo, formato dalle luminose stelle Vega, Altair e Deneb, in
ordine di brillantezza. Non è difficile individuarlo ma per farlo
si può utilizzare ancora una volta l'onnipresente Orsa Maggiore
(fig. 3). Prolungando l'allineamento tra Phekda e Megrez, dalla
parte opposta a dove si trova il Leone, di una quindicina di volte,
si arriva abbastanza vicino a Deneb.
Fig. 3
Quest’ultima è la stella più luminosa della
costellazione del Cigno, che ha la forma di una grande croce ed è
per questo chiamata anche popolarmente la “Croce del Nord”. Vega è
la stella più splendente della costellazione della Lira, la cui
parte principale è formata da un piccolo rombo. Altair è invece la
stella più brillante dell’Aquila.
Fra le tre grandi costellazioni ve ne sono un
paio di molto piccole, ma facilmente identificabili, il Delfino e la
Freccia, e una un po' più difficile, il Cavallino.
Fig. 4
Poi abbiamo Ercole, il cui corpo principale è
costituito da un compatto trapezio rovesciato (v. fig. 4). Si trova
fra la Lira e la costellazione primaverile della Corona Boreale.
Sotto Ercole si snoda Ofiuco, che tiene fra le mani il Serpente,
diviso in Testa e Coda. Al di sotto della Testa del Serpente e di
Ofiuco troviamo rispettivamente la Bilancia, piuttosto evanescente e
visibile solo con cieli limpidi, e lo Scorpione, con la luminosa
stella Antares, abbastanza inconfondibile e ben delineato.
Fig. 5
Proseguendo con le costellazioni zodiacali
troviamo il Sagittario, le cui stelle principali sembrano formare
una figura simile a una “teiera”, così come l'hanno chiamata gli
anglosassoni. Per distinguerla, però, occorre osservare da cieli
scuri. L’ultima costellazione zodiacale estiva, quella del
Capricorno, si trova prolungando l'allineamento fra le stelle Vega e
Altair, che conduce proprio al centro del triangolo che individua la
costellazione e che è lontano da Altair i due terzi della distanza
fra le due stelle (v. fig. 5). |
Le costellazioni
autunnali
Fig.
6
A dominare le notti autunnali è
l’inconfondibile quadrato di Pegaso. È facile rintracciarlo ma,
eventualmente, ci si può servire, ancora una volta, dell’Orsa
Maggiore. Basta prolungare, oltre la Polare, la linea che unisce
Dubhe e Merak, per trovarsi pressoché al centro del quadrato. Esso
dista circa il doppio dell'intervallo Dubhe-Polare (v. fig. 6).
Fig. 7
Attaccata a Pegaso è Andromeda: la stella di
giunzione, Alpheratz, è in effetti comune a entrambe le
costellazioni. Andromeda si può anche trovare facilmente partendo da
Cassiopea. Prolungando la linea fra Caph e Schedar, per circa
quattro volte, si arriva su Almach (fig. 7). Sempre partendo da
Cassiopea si trova facilmente anche Perseo: prolungando di circa
cinque volte l'allineamento fra Navi e Ruchbah si giunge alla stella
del Perseo Mirfak.
Fig. 8
A sud ovest di Pegaso, piuttosto bassa
sull'orizzonte, si trova la costellazione zodiacale dell'Acquario,
facile da scoprire servendosi del Cigno, ancora ben visibile in
autunno, alto a nord ovest (fig. 8): prolungando per tre volte
l'allineamento fra le stelle del braccio corto della cosiddetta
Croce del Nord si perviene alla caratteristica “Y” che
contraddistingue la costellazione.
Fig. 9
Al di sotto dell’Acquario appare la
costellazione del Pesce Australe: per trovarla si parte dal lato
occidentale di Pegaso e lo si prolunga verso sud di tre volte (fig.
9), arrivando grossomodo sulla sua stella più brillante, Fomalhaut.
Sotto Andromeda si trovano due piccoli ma
inconfondibili gruppi, Triangolo e Ariete (fig. 10).
Fig. 10
Un po' più a ovest, sotto Andromeda e Pegaso,
si dipanano, debolissime, le stelle che formano la costellazione dei
Pesci. La costellazione inizia con una specie di grande e irregolare
“Y” sotto Andromeda e termina con un caratteristico pentagono sotto
il quadrato di Pegaso. Per finire, a sud dei Pesci troviamo la
Balena.
Il cielo d'inverno
Finalmente si cambia costellazione-guida. Si
tratta di Orione, forse la più bella costellazione del cielo. É
formata da un grande rettangolo, con i vertici costituiti da quattro
stelle molto luminose. Le più brillanti sono Betelgeuse, in alto a
sinistra, e Rigel, in basso a destra. Le altre si chiamano Bellatrix,
in alto a destra, e Saiph, in basso a sinistra. In mezzo alle
quattro stelle principali se ne scorgono facilmente tre allineate,
Alnitak, Alnilam e Mintaka, che formano la cosiddetta cintura di
Orione (fig. 11).
Fig. 11
Se non si riesce a trovarla (quasi
impossibile!) viene in aiuto, manco a dirlo, di nuovo l’Orsa
Maggiore: prolungando di circa sei volte la linea che unisce Phecda
e Merak si arriva su Betelgeuse (fig. 12).
Utilizzando la cintura di Orione troviamo il
Cane Maggiore (fig. 11): se prolungherete verso il basso la linea
che unisce le tre stelle arriverete su Sirio, il cuore del cane, la
stella più luminosa del cielo. Prolungando verso sinistra
l'allineamento fra Bellatrix e Betelgeuse si arriva su Gomeisa, una
delle due stelle principali del Cane Minore; l’altra, molto più
luminosa, si chiama Procione. Sotto Orione c'è anche la Lepre, che
si trova ricorrendo all'allineamento fra Betelgeuse e Saiph,
prolungandolo verso il basso.
Fig. 12
Prolungando verso l'alto la linea che unisce le
stelle della cintura troviamo Aldebaran, la stella più brillante del
Toro che, assieme ad altre quattro stelle, forma una specie di “V”,
l'ammasso delle Iadi, che costituiscono il muso dell'animale. A est
di questo vi sono le corna e la stella che rappresenta il corno
superiore è in comune con la vicina costellazione dell'Auriga, che
si trova anche facilmente utilizzando l'allineamento fra Rigel e
Bellatrix, prolungandolo verso l'alto. La costellazione è costituita
da un ampio pentagono, con la stella Capella più brillante. Sopra,
un po' ad ovest delle Iadi, si noterà un gruppo più compatto, le
Pleiadi.
Proseguendo, la linea che unisce Rigel a
Betelgeuse, se prolungata verso l'alto, porta a individuare i
Gemelli. Le due stelle più brillanti si chiamano Castore, in alto, e
Polluce, in basso, appunto i nomi dei due Gemelli. I Gemelli si
possono anche trovare utilizzando il braccio inferiore della “V”
delle Iadi, mentre il braccio superiore punta verso Auriga. La punta
della “V”, invece, può essere utile per trovare la “testa”, un
piccolo pentagono formato da stelle piuttosto deboli, della
costellazione autunnale della Balena, già vista.
Ancora, i Gemelli si possono trovare anche
ricorrendo all'Orsa Maggiore: l'allineamento fra Megrez e Merak, se
prolungato di circa quattro volte, porta approssimativamente su
Polluce (v. fig. 12). Dall’Orsa Maggiore si può arrivare anche
all'Auriga, prolungando di quattro volte l'allineamento fra Megrez e
Dubhe.
Fig. 13
Infine, un’altra costellazione invernale,
zodiacale, molto debole, il Cancro, può essere rintracciato
utilizzando la linea che unisce le due stelle del Leone Denebola e
Algieba e prolungandola verso ovest della stessa distanza che le
separa (v. fig. 13). Sotto il Cancro si vede anche la testa
dell’Idra, una costellazione per metà invernale e per metà
primaverile che possiede una stella piuttosto brillante, Alphard, e
che continua, come un lungo serpentone, anche sotto l’orizzonte,
nell’emisfero australe. |